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Il 28 febbraio 1978 si riunirono i gruppi parlamentari della Camera e del Senato della Democrazia Cristiana, il cui Presidente del Consiglio Nazionale Aldo Moro intervenne al fine di trovare l’unità di tutti i parlamentari della DC all’ingresso del Partito Comunista nella maggioranza di governo. Quello che fu l’ultimo discorso pubblico dell’Onorevole Moro, diventò di lì a poco il suo testamento politico. Sequestrato a Roma il 16 marzo 1978 dalle Brigate Rosse, fu ucciso dopo 55 giorni di prigionia e il suo corpo venne ritrovato il 9 maggio in via Caetani all’interno del bagagliaio di una Renault 4.
La serie fotografica “Images and Signs: Italy, 1969-89. Practices of Memory” di Gigi Cifali, realizzata tra il 2013 e 2015, ripercorre gli anni di piombo attraverso reperti del terrorismo italiano, spesso non accessibili al pubblico e poco conosciuti. Grazie a numerosi funzionari del Ministero dell’Interno, della Giustizia e dell’Arma, il fotografo è riuscito ad accedere agli archivi dove vengono custoditi i corpi di reato sequestrati nei covi dei terroristi, come gli effetti personali ritrovati addosso alle vittime o le automobili assalite durante gli agguati. Come in una ricerca archeologica, Cifali non sapeva cosa sarebbe riuscito a riportare a galla, ma attraverso l’immediatezza del mezzo fotografico ha voluto attestare la veridicità di quanto è stato preservato e del restante andato distrutto. Questo approccio, ha spinto anche a indagare i meccanismi che regolano la trasmissione della memoria collettiva e a riflettere sul ruolo degli archivi. Due decenni di storia italiana, che ancora oggi rimangono cosparsi di ombre, sono raccontati attraverso i fori sulla camicia che indossò l’Onorevole Moro il giorno della sua uccisione e sulla coperta in cui fu avvolto, la mitraglietta Škorpion che li provocò, la pietra dilaniata dall’ordigno scoppiato sotto i portici di Piazza della Loggia e gli indumenti delle vittime, le carrozzerie crivellate, la cassetta di legno con timer e pile della bomba rudimentale inesplosa trovata alla Stazione Centrale di Milano sul treno 154 Trieste – Parigi.