20 marzo 2018

I colori della medicina. L’Istituto Spallanzani di Roma chiama e la street art risponde

 

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Medicina chiama, street art risponde. È diretto l’appello, da parte della dirigenza dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive L. Spallanzani di Roma, al mondo dell’arte urbana, per le ormai riconosciute capacità di comunicare con efficacia all’interno del tessuto cittadino. Lessons from the past Challenges for the future è il nome di una collaborazione nata per celebrare gli ottanta anni dell’Istituto, con la sua attività medica ma anche di ricerca nell’ambito delle malattie infettive. 
Il progetto, coordinato da Maddalena Santeroni e curato da Matteo Colavolpe di Graffiti Zero, consiste nella realizzazione di una sorta di Hall of Fame della scienza che ha portato sulle pareti dell’ospedale i volti di scienziati come Lazzaro Spallanzani, Louis Pasteur, Robert Koch, Carlo Folanini, Carlo Urbani, responsabili del progresso scientifico per quanto riguarda il settore medico legato alle patologie virali. Tre gli artisti individuati per la realizzazione del lavoro: KIV TNT (Andrea Marrapodi), Gregorio Pampinella e Daniele Tozzi, con una singolare divisione dei compiti. Il primo si è occupato di realizzare una lunga sfumatura cromatica che ha costituito il fondale dell’opera, il secondo ha dipinto i tredici ritratti e il terzo ha definito la parte calligrafica, che dà il nome all’opera completa. Una modalità che ricorda quella tradizionale in “combo”, inusuale nelle committenze pubbliche e proprio per questo estremamente interessante. 
Il contributo della street art appare ancora una volta determinante per riuscire a «costruire una visione moderna, gioiosa» e per «avvicinare alla nuove generazioni questi grandi personaggi del passato». L’arte urbana viene infatti ritenuta veicolo privilegiato di comunicazione con il territorio, in apparente contrapposizione con la logica che vede talvolta una sorta di appropriazione indebita dei luoghi pubblici, soprattutto per quanto riguarda la capacità di parlare a un pubblico giovane e apparentemente poco interessato al linguaggio artistico. Una sfida che sembra ben riuscita e che affida un nuovo bene pubblico e un importante messaggio civile e culturale alla cittadinanza che, in qualche modo, è anche chiamata a prendersi cura del manufatto artistico. Un modo per dire che la medicina, come l’arte, è di tutti e tutti possono contribuire responsabilmente al bene comune. (Mariangela Capozzi
In home e in alto: Lessons from the past, challanges for the future, INMI Spallanzani, courtesy Graffiti Zero 

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