28 marzo 2018

Fino al 2.IV.2018 AfricaAfrica Palazzo Litta Cultura, Milano

 

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Chiusi i battenti del Mia Photo Fair, al the Mall, ex Varesine, gli ideatori della fiera di fotografia milanese aprono a Palazzo Litta Cultura, una mostra di foto e oggetti di design dell’area subsahariana dal titolo “AfricaAfrica, exploring the Now of African design and photography” che documenta l’appeal progettuale contemporaneo di autori africani e le trasformazioni del loro gusto e ricerca estetica, oltre le complessità del presente..
Il progetto culturale di esplorazione del mondo contemporaneo è nato in collaborazione tra il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Lombardia e MoscaPartners e Mia Photo Fair Projects, e dopo l’incursione  in Giappone  con una mostra fotografica proposta nello scorso anno, nel 2018 si scopre un’ altra Africa, non la solita dei profughi, immigrati, miseria, siccità, fame e guerre, bensì quella del riscatto di libertà espressiva di una nuova generazione  attraverso  55 scatti di sette fotografi e oggetti firmati da più di quindici designer ( prodotti tra il 2016 e il 207) sorprendenti per la loro capacità inventiva.
Questa mostra patrocinata dall’Ambasciata della Costa d’Avorio, dal Consolato del Sud Africa e dal Consolato del Burkina Faso, oltre alle foto e design prevede un programma di incontri, musica e cinema in collaborazione con Ponderosa MusicArt e Festival del Cinema Africano, Asia e America Latina. Spiccano a Palazzo Litta, tra specchi e stucchi dorati settecenteschi, mobili e oggetti coloratissimi realizzati con materiali  naturali dalle forme archetipe della terra d’origine dei designer africani. 
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AfricaAfrica, exploring the Now of African design and photography, vista della mostra

Sono più interessanti quelli realizzati con materiali di recupero come i manufatti di lamiere e barili di petrolio di Hamed Quattara e Ousmane Kouyate, le lampade realizzate con bottiglie di plastica di Haeth Nash. Indimenticabili e geniali le sedute e madie prodotte con armi e proiettili di Gonçalo Mabunda. I materiali naturali sono declinati in oggetti d’uso quotidiano in omaggio alle tradizioni africane di Peter Mabeo, Pate e Francis Kéré, Nifemi Marcus Bello, progetta per autocostruzione, sono “primitive” e raffinate le sculture Cara/Davide. Occhio alla sezione fotografica, ideata da Mia Photo Fair Projects in collaborazione con Maria Pia Bernardoni, curatrice dei progetti internazionali di LagosPhoto Festival, dove si trovano immagini incentrate sulla messa in discussione del limiti della fotografia tradizionale di documento o ritratto. L’Africa di oggi, come altri continenti che vivono realtà sociopolitiche contraddittorie, in bilico tra catastrofi e ricostruzioni, attraverso l’arte raccontano attitudini di cambiamento, e la fotografia da sempre è sismografo di usi, costumi, realtà e speranze diverse. Identità, relazione, migrazioni, rapporto tra passato e presente sono tra i temi di riflessione proposti da Joana Choumali, con immagini ricamate a mano, Siwa Mgoboza e Nobukho Nqaba. Maurice Mbikayi, congolese, nelle sue immagini denuncia il fenomeno dell’abbandono di scarti digitali creando capi d’abbigliamento di discutibile eleganza, ma giudicate voi, invece il sudafricano Andile Buka ricostruisce  eleganti contesti in bianco e nero, il keniota  Osborne Macharia, seduce con immagini dai colori  sgargianti, carichi di energia, tipici dell’Africa, curate in ogni dettaglio. Il lavoro di Omar Victor Diop, presentato in collaborazione con la galleria Magnin-A, propone la riflessione sul dialogo tra passato e presente, con immagini dedicate a figure storiche di origine africana e il ruolo chiave che alcuni di loro hanno avuto nel segnare la storia economica e culturale europea. Queste e altre sur-visioni d’Africa anche ironiche oltre che attuali, dimostrano che la cultura  per rigenerarsi  ha bisogno di scambi tra paesi diversi, migrazioni,  contaminazioni, relazioni e ibridazioni , altrimenti “muore”, perché dal confronto delle reciproche differenze, analogie e similitudini, soprattutto  attraverso l’arte si velocizza  il processo, ancora lento, di necessaria  integrazione sociale transculturale, perché siamo tutti della stessa razza umana, accomunati da una tensione di armonia e bellezza, persuasiva  nelle immagini esposte  in questa mostra.  Per concludere con una riflessione, non dimentichiamoci che dal confronto con l’arte africana nasce nel Novecento, l’arte contemporanea occidentale con Matisse e Picasso.  
Jacqueline Ceresoli
Mostra visitata il 14 marzo
Dal 15 marzo al 2 aprile 2018
AfricaAfrica  
Palazzo Litta Cultura, 
corso Magenta 24, Milano
Orari: da giovedì a domenica dalle 12:00 alle 19:00
Info: info@palazzolittacultura.org www.palazzolittacultura.org

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