12 aprile 2018

Claudio Cintoli. Uno, nessuno, centomila

 
A Roma, la Galleria Scarchilli inaugura la stagione espositiva con una mostra monografica di quasi quaranta opere dedicata alla ricerca di Claudio Cintoli

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Claudio Cintoli (Imola, 1935-Roma, 1978) muore ad appena 43 anni; un artista dall’identità sfaccettata come un cubo di Rubik e contraddittoria, dimenticato o, al meglio, misconosciuto, ancora oggi noto ai più solo per il perduto murale pop eseguito per il Piper nel 1964. La sua parabola personale si è diluita lungo un corpo a corpo tra arte e vita che ha significato anche cambiare continuamente tecniche e stili, insomma una schizofrenia linguistica dolosa rivolta al solo fine di sfuggire alle etichette e ai fortunati esiti formali di una mano versatile come poche altre del suo tempo. 
Cintoli è stato persino uno dei più originali e innovativi performer. Come rivelò la sua performance del 1972 agli Incontri Internazionali d’Arte di Roma, dal titolo “Crisalide”, dove apparve chiuso dentro un sacco appeso al soffitto, per poi premere dall’interno in cerca di un’uscita, squarciando allo scopo lentamente la tela e liberando progressivamente il proprio corpo con la testa all’ingiù, come durante il parto dall’utero materno.
“L’aspetto più immediatamente qualificante è certamente la molteplicità degli interessi e delle pratiche di media, e persino un provocatorio sdoppiamento della personalità d’artista”, diceva Enrico Crispolti nel 1978, in occasione della presentazione del catalogo generale di Cintoli, riferendosi all’invenzione del personaggio di Marcanciel Stuprò, alter ego dell’artista, il cui nome si genera da un gioco di parole fra stupor e Marcel Proust. Nel 1977 a Roma Cintoli pubblicò una lettera di Stuprò che gli annunciava la propria morte. Lo seguirà lui stesso, pochi mesi dopo, a soli 43 anni, colpito da un aneurisma. 
La rassegna romana, ospitata nelle sale della Galleria Scarchilli, al via da questo pomeriggio, riunisce quasi quaranta opere rappresentative della ricerca dell’artista, provenienti dai suoi eredi e da alcuni importanti collezionisti privati. 
Il percorso narrativo della mostra inizia dagli esordi romani, con uno sguardo attento alle opere informali della fine degli anni Cinquanta, per giungere poi ai collage polimaterici e al periodo delle influenze legate alla Pop Art, con due tele altamente rappresentative di questa fase, concludendosi infine con i lavori scultorei, con i “ready-made” incentrati sui temi dei “Nodi”, “Pesi Morti”, dell’”Uovo” (figura simbolica manipolata e interpretata variamente dall’artista) che ne confermano l’oscillazione tra suggestioni pop quanto poveriste. Non mancano neppure due rare tele del periodo surrealista. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Grande nodo, 1969, Cime arrotolate, Cm. H.45 x 65 x 60 
In homepage: Spugna e laguna 1965, Olio su tela e spugna Cm. 140 x 220
INFO
Opening: ore 18.00
Claudio Cintoli. Perché l’uovo?
dal 12 aprile al 12 maggio 2018
Galleria Scarchilli
via Angelo Brunetti 41-43, Roma
orari: dal martedì al venerdì, 10.30-13.00 / 15.30-19:00; sabato 10:30-13:00, domenica e lunedì chiuso
tel. 0694376466 | www.galleriascarchilli.it

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