Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Partiamo dal protagonista dell’Opening odierno prescelto. Il suo nome è Anders Ruhwald, uno dei cento artisti inseriti nel volume Phaidon “Vitamin C” (2017), una “indagine globale sui più importanti artisti che oggi lavorano con l’argilla e la ceramica”.
Fra le molte qualità di questo poliedrico artista, spicca su tutte la sua capacità di esplorare le mutevoli forme della scultura in rapporto all’ambiente, defunzionalizzandone il linguaggio oltre la morfologia narrativa, attribuendo nello stesso tempo all’immagine un significato critico, riflessivo, fondato sull’ambiguità della memoria soggettiva e riversato nella dimensione quotidiana dell’uomo, nell’ambiente domestico, nell’arredo, nella funzione (utilitaristica o estetica) dell’oggetto.
Il risultato sono sculture o, meglio, oggetti “site sensitive” (per utilizzare una definizione cara a Ruhwald) che scatenano riflessi concettuali nell’osservatore, effetti psicoattivi provocando effetti collaterali compresi tra concatenazioni di ricordi, desideri, inganni cognitivi e false tautologie delle immagini. A partire dall’accostamento di materiali diversi nello spazio (legno, metallo, tessuto, ceramica, elementi architettonici e d’arredo), dove la ceramica e l’ambiente acquistano un valore preponderante, caratterizzando la fenomenologia delle opere stesse. Si potrebbe, dunque, affermare che ci troviamo di fronte a sculture e ambienti riflessivi, in quanto l’alterità mediata dagli oggetti di Ruhwald altro non è che una proiezione dei nostri sensi, abituati e addomesticati da secoli a relazionarsi con riferimenti codificati. In questi lavori, derivati dagli approcci più algidi già sperimentati da Joseph Kosuth, appare evidente anche l’influenza della narrative art degli anni Settanta, tra Jean Le Gac e Peter Hutchinson.
Questa prima personale italiana di Anders Ruhwald, al via dal pomeriggio a Milano nelle sale di Officine Saffi, a luglio si sposterà nella Casa Museo Jorn di Albissola. Per nuovi, ulteriori e rabdomantici cortocircuiti del cuore e della mente. Lo spettatore è avvisato. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Anders Ruhwald, The Shades About to Fall (Division), 2010, 80x25x673 cm, courtesy the Artist and Officine Saffi
In homepage: Anders Ruhwald, Follow Through, 2012, 4x3x44 cm, courtesy the Artist and Officine Saffi
INFO
Opening: ore 18.30
Anders Ruhwald. The thing in your mind
a cura di Luca Bochicchio
dal 14 aprile al 22 giugno 2018
Officine Saffi
via A. Saffi 7, Milano
orari: dal lunedì al venerdì, 10-13, 14-18.30; sabato 11-18; domenica su appuntamento
www.officinesaffi.com – tel. 02 36 68 56 96