25 maggio 2018

L’immagine racconta. A Bologna, la sesta edizione di SIA inizia con il lab di Monika Bulaj

 

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«Lavoreremo sulla capacità di vedere la realtà senza trasformarla, senza influenzarla e senza mentire», così Monika Bulaj, fotografa, giornalista e documentarista polacca, naturalizzata italiana, presenta La scrittura creativa e non-fiction del reale, workshop nell’ambito della sesta edizione di SIA-Sottili Innesti Amorevoli, a cura dell’associazione culturale Baba Jaga. Il laboratorio si terrà il 5 e il 6 giugno, a Ca’ Colmello, un antico casolare negli immediati dintorni di Bologna, e partirà dall’analisi del portfolio dei partecipanti, in dialogo con le opere dei grandi maestri, per far emergere la struttura narrativa dei progetti, la loro capacità descrittiva.
«Parleremo anche dell’etica nel reportage, dell’onestà e delle questioni morali della post-produzione. Ma anche dell’evoluzione del reportage nella storia dell’immagine, dell’indagine giornalistica e documentaristica, delle sue sfumature, trasformazioni e linguaggi. Rifletteremmo su come le scelte tecniche e intellettuali trasformino il linguaggio e il modo di raccontare la storia», ha spiegato Bulaj che, nella sua ricerca, ha affrontato temi come quello del dialogo tra le fedi e le etnie, con uno sguardo particolare alle minoranze, ai popoli nomadi e ai migranti, agli intoccabili e ai diseredati di Europa, Asia, Africa e Caraibi. E inoltre, giovedì, 7 giugno, alle 21.30, Bulaj presenterà Dove gli dei si parlano, performing reportage tra fotografie, racconti, film, musiche e suoni.
L’appuntamento con la fotografa è solo il primo, nel ricco calendario della manifestazione che, dal 5 giugno al 16 settembre, porterà, sulle colline bolognesi, alcuni tra i nomi più interessanti della ricerca artistica contemporanea, come, tra gli altri, l’illustratrice Joanna Concejo, il maestro di danza Butō Masaki Iwana, e l’attore Andrea Lupo. Per il programma completo, potete dare un’occhiata qui.

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