29 maggio 2018

Niente fiori per Parigi. Rifiutato l’omaggio di Jeff Koons alle vittime degli attentati

 

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È ufficiale, i fiori sono appassiti. Dopo mesi di discussioni e polemiche, il Ministero della Cultura francese prende finalmente una decisione chiara e comunica che non installerà più il bouquet di tulipani di Jeff Koons di fronte al Palais de Tokyo. L’artista americano, facendo seguito a un invito ufficiale di Jane Hartley, ex ambasciatore degli Stati Uniti, avrebbe voluto donare l’opera per rendere omaggio alle vittime degli attacchi terroristici a Parigi del novembre 2015 e tutti i costi per la realizzazione del progetto e per l’installazione sarebbero stati a carico di privati. Ma tantissime figure di spicco nel panorama culturale e politico transalpino, tra le quali Christian Boltanski, Nicolas Bourriaud, Jean-Luc Moulène, Olivier Assayas, Émilie Cariou e Frédéric Mitterrand, si sono dichiarate apertamente contrarie, non solo per le modalità di reperimento dei fondi ma anche per la sede indicata, ovvero, il piazzale antistante il museo d’arte contemporanea, gestito dallo stesso Ministero. Una scelta che, secondo i detrattori, doveva essere dettata più dalla volontà di autocelebrazione di Koons che da questioni di rappresentanza e memoria. E si sa quanto i francesi siano legati ai loro simboli.
La polemica si è trascinata per molti mesi e senza esclusione di colpi, tra petizioni e lettere accorate, provenienti da entrambe le parti. Koons ha invece preferito la via del silenzio, lasciando la parola ad altri, almeno pubblicamente. «Ho parlato con Koons diverse volte; siamo desiderosi di andare oltre la polemica», ha dichiarato a Le Figaro il ministro della cultura, Françoise Nyssen. Adesso sono al vaglio altre ipotesi per la collocazione, preferibilmente «un luogo popolare, dove l’opera potrà essere vista da tutti», ha chiosato Nyssen.

2 Commenti

  1. L’importante era parlarne, dare medialità all’artista che vive di questo bisogno continuo di stare nei gossip, visto che le sue ultime opere sono sempre più noiosissimi giocattoli per ricchi annoiati (e privi di gusto), personalmente avrei visto meglio metterli all’asta e con il ricavato usarlo per dare supporto ha sofferto e attivare una politica di socialità.

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