06 giugno 2018

La Tunisia, i galeotti e sant’Agostino

 
Si inaugura questa sera a Roma, da Spazio 44, la personale di Filippo Riniolo, artista concettuale e relazionale, le cui opere intendono catturare la dimensione drammatica degli esclusi per racchiuderla poeticamente in oggetti e immagini del quotidiano, vestendoli di significati etici

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Lunedì scorso il ministero degli Esteri tunisino ha convocato l’ambasciatore italiano dopo che, nella giornata di domenica, il neoministro degli Interni, Matteo Salvini, aveva detto che la Tunisia «esporta galeotti». Tra le reazioni, non è mancata quella di Philippe Daverio. «…galeotto fu infatti tale Agostino, – ha chiosato con sapida ironia il noto divulgatore dell’arte e della storia – l’algerino vescovo di Ippona, che prese il barcone a Cartagine-Tunisi e che battezzò il tedesco Ambrogio facendo sorgere la centralità definitiva di Milano nella cristianità d’Occidente. Oggi sono due santi del calendario “romano”. A Cartagine se ne andò anche Paolino da Milano, biografo di sant’Ambrogio vescovo, per seguire le proprietà della chiesa milanese… Vedete un po’ voi!». Vicenda analoga potrebbe essere estesa anche alla figura di san Nicola di Bari, o meglio di Mira, perché turco. Questo preambolo per stigmatizzare che, forse, i toni da campagna elettorale, per quanto sottesi a riflessioni che potrebbero essere in parte condivisibili, con la nascita del nuovo governo dovrebbero diluirsi all’insegna della parsimonia e della prudenza. Verso un rapporto umano basato sull’ascolto e sullo sguardo interiore. Un suggerimento che promana inequivocabilmente anche dalla nuova personale romana di Filippo Riniolo, questa volta curata da Valentina Muzi e ospitata da Spazio 44. Qui, da questo pomeriggio, ci si imbatterà in immagini di centri d’immigrazione dove i viaggiatori transitano per trovare la loro via d’uscita. Fotografie che senza bypassare la realtà, la immortalano in tutta la sua crudezza. Uno dei soggetti ha il volto coperto da una foglia d’oro. Quest’ultima rimanda alle icone bizantine, uno stile a cui l’artista è particolarmente legato e di cui si serve per poter creare un simbolo aulico, non solo per la rappresentazione, ma per la tematica stessa. A ricordarci, ove fosse ancora necessario, che una società composta da soggetti incapaci di accogliere è destinata all’implosione, mentre le comunità aperte sono destinate a svilupparsi e a crescere con un bagaglio culturale e umano che altri non avranno. (Cesare Biasini Selvaggi)

INFO
Opening: ore 18.30
Filippo Riniolo. SE TU LI GUARDI BENE E LI ASCOLTI
dal 6 giugno al 6 luglio 2018
Spazio 44
via Simeto 44, Roma

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