13 giugno 2018

VOLTA14. La fiera politica

 

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L’altra faccia giovane e audace della settimana dell’arte di Basilea, oltra Liste è Volta. L’edizione 2018 si svolgerà in una nuova sede, un ex centro di distribuzione di supermercati ora di proprietà della città, a pochi passi da dove si è svolta la fiera Volta sin dalla prima edizione nel 2005. Volta 14 comprende 75 espositori, di cui circa 20 solo show e altri 20 presentano due artisti. Di questa moltitudine di opere la maggior parte oltre ad avere un valore economico ha un forte valore politico, che assume ancora più forza dal contesto in cui viene presentata. Il tema più attuale resta quello del genere, riferendosi al recente dispiegarsi di movimenti come #MeToo, Amanda Coulson, direttore artistico della fiera afferma: “Questi artisti non stanno semplicemente” reagendo “alla società – piuttosto, i loro lavori e la loro ricerca riflettono e persino influenzano questi grandi motivi di discussione”. La politica di genere affiora all’interno della serie dell’artista di Dublino Dragana Jurisic My Own Unknown (2014) alla galleria Gibbons & Nicholas. Attraverso fotografie e lavori testuali, Jurisic (il cui lavoro è stato recentemente censurato da Instagram e Facebook) considera la vita reale e immaginaria della sua affascinante zia jugoslava, che ha lottato per sfuggire al matrimonio combinato. Tematiche razziali invece sono presenti nei lavori di Abdul Abdullah (Yavuz Gallery, Singapore), i cui ritratti fotografici affrontano la politica dell’essere musulmani, e il pittore afro-americano Jeffrey Hargraves (Ethan Cohen Gallery, New York), che rielabora quadri famosi come come l’Olympia di Manet inserendovi figure nere che riflettono sugli stereotipi razziali nella storia dell’arte. La fiera è a pochi metri di distanza dalla ricchissima Art Basel, chissà che qualche miliardario arrivato a Basilea non si faccia tentare da un’opera poco politically correct, ma ultracontemporanea. 

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