23 giugno 2018

A Parma, a pranzo da Elena Forin, l’arte non è di contorno, con il format Today’s Special

 

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Metti un giorno a pranzo, vedere una mostra, incontrare l’artista, parlare con un curatore, un critico, un giornalista… Può capitare a Parma, a casa di Elena Forin (tra le fondatrici de LaRete Art Project) che da deciso di aprire per il secondo anno le sue porte per un momento conviviale intitolato “Today’s Special”. Un pranzo informale, cucinato dalla curatrice (che è anche un’ottima cuoca), che possa andare oltre i “ciao, come stai’” degli opening, e che permetta di focalizzarsi un poco sui temi che l’artista invitato a partecipare porta in scena. 
Lo stage per scoprire i progetti, ideati site specific o come piccole personali? Un piccolo ricovero degli attrezzi in giardino, trasformato in white cube, dove hanno trovato collocazione – tra gli altri – i lavori dei Cool Couple lo scorso anno, di Cosimo Veneziano (nell’ultimo appuntamento di ieri) e che vedrà la partecipazione di Elisa Strinna a settembre. “Per condividere analisi e riflessioni sul lavoro e la ricerca degli artisti, si rendono necessari sia un gruppo ristretto di addetti al settore – come persone che trovano il piacere di incontrarsi per un pranzo fatto in casa – sia il pubblico generico, non necessariamente orientato verso l’arte contemporanea, che è invitato a partecipare e vedere la mostra dalle 18 alle 20”, si legge nello statement che compone questo format nato anche come una piccola rivincita nei confronti del traballante mondo del lavoro curatoriale in Italia, e della sua remunerazione. 
Ed ecco che Forin ha pensato bene di farsela a casa, la galleria, e di passare le informazioni attraverso un tam tam mediatico. Si passa ovviamente attraverso i social network, ma anche per le associazioni di quartiere, dando così la possibilità di una fruizione allargata. Noi abbiamo potuto vedere, per l’occasione, il progetto “Starters” di Cosimo Veneziano, una riappropriazione di soggetti (e oggetti) scomparsi, attraverso un re-make formale e una serie di occultamenti: ci sono vasi “inesistenti”, così come riproduzioni serigrafiche di immagini fotografiche che documentano statue equestri abbattute e quindi inesistenti oggi, e ci sono forme ceramiche e disegni nascosti da feltro, per intessere un approfondimento “dal negativo” verso questioni molto presenti, mantenendo però una strenua distanza dall’idea della materia di cui sono composti questi progetti. Una dimensione d’attenzione, ma senza appesantirsi troppo. E ci piace parecchio.

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