17 luglio 2018

Il Museo del Mare di Napoli va avanti. Intesa con il porto di Los Angeles e il Museo Archeologico

 

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Era argomento di discussione già da tempo ma poi la voce si era persa, nonostante una presentazione ufficiale del progetto architettonico, risalente ormai a un anno fa. E invece il Museo del Mare e dell’Emigrazione va avanti, con la conferma della sua locazione, nell’imponente archeologia industriale dei Magazzini Generali del Porto di Napoli, costruiti negli anni ’40 da Marcello Canino e sottoposti a vincolo di bene culturale, e con la firma di un accordo di collaborazione, appena sottoscritto, con il porto di San Pedro, Los Angeles, un dialogo tra due poli produttivi che si impegneranno per sviluppare il progetto museale. Nel distretto portuale americano, infatti, ha sede il Los Angeles Maritime Museum, il più grande museo marittimo della costa occidentale, inaugurato nel 1979 e con una collezione che comprende, tra le altre cose, il rimorchiatore della Seconda Guerra Mondiale Angel’s Gate ST-695 e il battello antincendio Ralph J. Scott. 
«Il nuovo museo deve essere attrattivo in un polo già molto importante, punteremo sull’apporto dei new media ma conserveremo viva la memoria del passato attorno ad alcuni valori fondativi, racconteremo il lavoro come si faceva, illustrando ad esempio la filiera del tonno, e come si fa oggi, movimentando milioni di container», ha spiegato al Mattino Pietro Spirito, presidente dell’Autorità portuale. 
In effetti, la città partenopea ha già un museo del mare, fondato nel 1992 e affacciato sul golfo di Pozzuoli e sui Campi Flegrei, afferente al Polo Museale della Campania e con una collezione di radio e strumenti di navigazione d’epoca, testi rari, carte nautiche, archivi fotografici e audiovisivi. 
La governance del nuovo museo sarà affidata a un comitato di gestione, «composto da Municipalità, Regione, Area Metropolitana e si spera Mibact, Autorità portuale e fondazioni bancarie», ha continuato Spirito. 
Uno spiraglio anche sulla metodologia, sulle collezioni permanenti e sui progetti temporanei, con il nucleo principale che proverrà dai reperti dell’antico porto cittadino ritrovati nel corso degli scavi della metropolitana, a partire dalle tre navi romane emerse dal sottosuolo e pressoché intatte. Un contributo importante arriverà dal Museo Archeologico Nazionale: «Abbiamo tante opere legate al mare, mosaici con scene di pesca, relitti, oggetti di ogni foggia e materiale sulla storia della navigazione e saremo lieti di metterli a disposizione di questo progetto, mentre l’anno prossimo organizzeremo una mostra, Thalassa, per ricordare che il mare deve essere considerato un ponte tra i popoli e non, come accade ai tempi nostri, un luogo di conflitti», ha detto il direttore del MANN, Paolo Giulierini.

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