16 ottobre 2018

Cosa guarda l’occhio del male? Clement Cogitore si aggiudica il Prix Duchamp 2018

 

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Clément Cogitore è il vincitore del Prix Marcel Duchamp 2018 con il progetto The Evil Eye. L’annuncio è stato dato al Centre Pompidou di Parigi da Gilles Fuchs, presidente dell’ADIAF-Association pour la diffusion internationale de l’art Français – che abbiamo anche intervistato per l’approfondimento dedicato ai maggiori premi d’arte contemporanea, pubblicato sul nostro ultimo numero onpaper, il 102 – una settimana dopo la presentazione dei progetti dei quattro artisti in lizza, Mohamed Bourouissa, Thu-Van Tran e Marie Voignier, oltre allo stesso Cogitore. 
Classe 1983, il francese Clément Cogitore ha realizzato The Evil Eye, un video che ruota intorno alle immagini di figure femminili estrapolate da banche dati per lo più usate per fini pubblicitari, politici o aziendali. Le immagini sono state poi assemblate in un video proiettato su uno schermo a led accompagnato da una gradinata, ispirandosi agli schermi giganti da cui è invasa Time Square a Manhattan e alle scalinate che accolgono il pubblico per guardare le pubblicità a tutte le ore del giorno. «Mi sono concentrato sulle immagini femminili perché è quello che si vede di più nelle pubblicità. Il corpo femminile è più sollecitato, perché più seducente e rassicurante. Le immagini sono repertoriate grazie a un codice numerico e a informazioni di base come donna giovane e bionda», ha dichiarato Cogitore. Perché il titolo The Evil Eye? «Il male viene spesso rappresentato da un personaggio femminile. É un noto capro espiatorio, come per esempio la strega», ha spiegato l’artista. 
Le installazioni di questa diciottesima edizione, che vanno dal video al disegno, fino alla scultura, hanno in comune un certo sguardo critico sulla saturazione mediatica nella società attuale. La mostra è introdotta da Thu-Van Tran e dalle sue imponenti e colorate tele quali Les couleurs du gris e Traînée de poussière che, al di là di un apparente invito alla contemplazione, racchiudono tutta la forza della provocazione. Sono infatti un clin d’œil ai tossici erbicidi arc-en-ciel utilizzati negli anni sessanta dall’esercito americano in Vietnam. Pas le temps pour les regrets, il video di Bourouissa, ruota intorno al primo ospedale psichiatrico algerino che risale al 1937, a Bilda-Joinville, in cui ha lavorato lo psichiatra e filofoso Franz Fanon, che usava il giardinaggio e il teatro come terapia. Il filmato dell’artista algerino si concentra su un paziente, Bourlem Mohamed, che ci guida in questo viaggio attraverso la follia. Tinselwood è il titolo del filmato di Marie Voignier girato nella foresta del Camerun, nel quale sono riportate le interviste sul leggendario animale chiamato Mokélé-mbembé, il mostro di Loch Ness africano, in un lavoro di restituzione della memoria cancellata e poi ricostruita. 
Questi quattro progetti, decisamente da non perdere, sono in mostra al Centre Pompidou di Parigi fino al 31 dicembre. (Livia De Leoni)

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