18 novembre 2018

Dipingere tra le strade del Messico

 

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“Preparare l’anima e il corpo per un nuovo inizio. Avere un momento di pace, amore e tranquillità con se stessi e la madre terra”. Con queste parole lo sciamano di Akumal ha voluto esprimere la sua gratitudine al Festival di Artes. Una cerimonia di purificazione Maya in cui è stata invocata l’energia positiva e ringraziato i quattro punti della terra. Un rito composto da gesti e parole vibranti per aiutare gli artisti e gli abitanti di Akumal a trovare il proprio centro e raggiungere l’equilibrio. 
#BeautifyAkumal #EmbellecerAkumal 
È con questo hashtag che la co-fondatrice Jennifer Smith e Iran Beltran, Delegado Municipal della cittadina, ha pensato e ideato il Festival, una iniziativa al primo anno di vita ma con un grande potenziale sociale e artistico.
Il festival, che si è svolto per tre giorni dal 9 all’11 novembre, ha contribuito a rendere ancora più pittorico il centro del paese che è diventato lo studio operativo per gli artisti che da tutto il mondo sono giunti in questo paese. Sono stati anche giorni di workshop, lezioni di arte nelle scuole e di danze popolari accompagnate da strumenti musicali tradizionali. Il festival si è svolto infatti nel centro del pueblo, decorato dalle bandiere dipinti dai bambini della scuola e dalle donne che cucinavano tamales davanti le loro abitazioni. 
Akumal vive di poco, è una piccola città che non ha mai subito lo stesso sviluppo economico e turistico di Tulum o Playa del Carmen, ma che a maggior ragione custodisce una purezza speciale e incontaminata. Un angolo di paradiso sulla riviera Maya, tra vaste distese di foreste e mangrovie ancora incantate. 
C’è qualcosa che va oltre l’umiltà di questo paese e nel sorriso dei suoi abitanti, accompagnati nella vita dai piccoli gesti quotidiani. Nella spensieratezza dei bambini che escono dalla scuola e ti osservano, la calma della siesta pomeridiana e delle signore sedute sul portico delle case, l’odore incessante della carne brasata per le strade. I colori della polvere si mescolano con quelli dei panni stesi sulle terrazze, nel blu del cielo, nelle case color pastello. 
Akumal nella lingua maya significa “luogo delle tartarughe” e questo animale nel mito cosmologico del Kūrma Purāṇa, rappresenta il mondo: “Il cielo è la sua corazza ricurva, il corpo la terra”, si legge in quello che è uno dei maggiori testi sacri hindū. A suo modo la cittadina personifica questa metafora, nella sua bellezza che è connessa tra il cielo e la terra.
Provenienti da Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Australia, Italia, Giappone, Messico…sono oltre 70 gli artisti riuniti insieme a quelli “locals” come Alex Yopra, chiamati per lavorare nel tessuto delle strade apportando la loro differente visione creativa. I muri delle scuole, le stazioni di polizia, le case e i ponti sono stati messi a disposizione per essere dipinti nella loro unicità e culturalità. Tra i curatori che hanno seguito gli artisti dal punto di vista logistico e curatoriale ci sono Jake Klone, Rena Gray e Marti Johnston.
Un ago della bilancia ponderato da nomi più conosciuti e di quelli di chi si affaccia nel mondo della street art da poco. Tra quelli più noti non mancano la coppia Nicole Salgar e Chuck Berret che con i loro incantevoli ritratti di donne e animali dall’anima malinconica ma forte, hanno conquistato bambini e adulti del posto; Damien Mitchell conosciuto per il suo iperrealismo e gli incredibili volti umani; Iena Cruz, che ha disegnato una maestosa tartaruga intrappolata in una busta di plastica; Kiptoe, ha realizzato un guerriero maya dalla corazza a tartaruga; Mr. Prvrt la cui Caracara è simbolo del Messico e animale venerato da Atzechi e Maya; il giovane trio francese Nubian, Arkane e Primal Graphic che con i loro ritratti onirici confermano di sapere trasportare gli stessi dettagli e la meticolosità degli sketch delle loro agende sui muri. Grande margine è stato dato anche alle donne come Cbloxx and Aylo, artiste del collettivo Nomad Clan di Manchester, Anna Tomix che anche questa volta ha lasciato la sua impronta dipingendo un uccello dall’anima geometrica e dalla forma di un origami, Peachzz, Toofly, Rebeka Skela.
Come ci racconta Jennifer Smith, “Quale modo migliore per elogiare la bellezza del posto se non con una piattaforma di donne artiste da tutto il mondo? Vogliamo offrire una spirale di possibilità per il futuro di ogni artista dando rilevanza a ognuno di loro, è la ricchezza e il dialogo che restituiscono con le loro opere al popolo che ci interessa”. 
C’è anche chi continua a mantenere un discorso politico come il duo di attiviste Bloxx and Aylo, che mentre finiscono il disegno di un grande teschio il cui cranio si sta immergendo nell’acqua di un antro, ci spiegano il loro messaggio: “Viviamo nell’era di Internet, i social media hanno molti aspetti positivi e negativi, ma svolge innegabilmente un ruolo cruciale nella sensibilizzazione: è un potente strumento che mobilita, informa il pubblico e più che mai abbiamo l’opportunità di venire insieme e parlare dell’ingiustizia sociale sia online che attraverso l’azione diretta”.
Non c’è niente di pretenzioso in questo festival, ma solo la volontà di essere a contatto con le persone della strada, nei loro volti, impreziosire le pietre e la terra di quei luoghi che di per sè vivono di uno splendore proprio, a volte ancora troppo decaduto. Continueremo a seguire questa rassegna, e vedere la sua evoluzione nelle arti e nello strato sociale di Akumal. 
Mila Tenaglia 

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