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Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto una conferenza internazionale per discutere del ritorno dei manufatti africani, e ha commissionato una relazione sullo stato degli oggetti del Continente Nero nei musei francesi da parte di Wiki Commons.
L’anno scorso, infatti, in visita nella Capitale del Burkina Faso, Ouagadougou, il presidente francese aveva affermato che la “restituzione temporanea o permanente del patrimonio africano all’Africa è una priorità assoluta” e ora l’invito per “tutti i partner africani ed europei” è di recarsi a Parigi per costruire “una nuova relazione intorno a questo patrimonio e sviluppare insieme una politica basata sugli scambi”. Infatti, oltre alla Francia, la maggior parte delle collezioni africane in Europa sono raccolte in musei di Gran Bretagna, Germania, Austria e Belgio.
Con un gesto simbolico, il presidente ha annunciato che la Francia avrebbe restituito 26 oggetti saccheggiati dalle truppe francesi dal palazzo del re Behanzin ad Abomey, nel Benin nel 1892.
Attenzione però, perché leggendo la notizia in controluce, non è tutto “buon cuore” quel che luccica.
Macron, infatti, ha sì incaricato il suo nuovo ministro della cultura, Franck Riester, di organizzare la conferenza con il Ministero degli Esteri e di strutturare il processo della “circolazione di queste opere” nei prossimi anni, ma soprattutto ha insistito sul fatto che “tutte le forme di circolazione devono essere considerate: restituzioni, ma anche mostre, scambi, prestiti a lungo termine o a breve termine, cooperazione e simili”.
Insomma, il messaggio più sincero pare quello giunto dalla Savoia: “non svuotare i musei delle loro collezioni”, e l’ex ministro della cultura Jean-Jacques Aillagon, ha paragonato le raccomandazioni del rapporto a un vaso di Pandora che potrebbe danneggiare per sempre istituzioni come il Quai Branly, il Louvre o il British Museum. Restituire sì, ma con cautela, ecco.
Fonte: The Art Newspaper