21 gennaio 2019

Questa è la mia musica. Dissonanzen porta Evan Parker al Ridotto del Mercadante di Napoli

 

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Il 14 gennaio, l’ensemble Dissonanzen ed Evan Parker hanno riempito fino all’ultimo posto il Ridotto del Teatro Mercadante grazie, da un lato, a un programma che comprendeva l’esecuzione di brani storici di musica d’avanguardia, dall’altro, al nome dell’interprete ospite, di forte richiamo. Se l’ensemble Dissonanzen vanta 25 anni di attività proponendo formazioni variabili, anche Evan Parker ha alle spalle una corposa carriera, documentata da un’ampia discografia di solista e improvvisatore nel free jazz e in esperienze più sperimentali. Per l’occasione, l’ensemble Dissonanzen era composto da Tommaso Rossi (flauti), Marco Sannini (tromba), Francesco D’Errico (sintetizzatori), Ciro Longobardi (tastiere e campioni), Marco Cappelli (chitarra elettrica), Marco Vitali (violoncello), Renato Grieco (contrabasso) e Stefano Costanzo (batteria). 
L’appuntamento ha avuto inizio con una breve presentazione di Rossi e D’Errico. Il primo ha spiegato come, nella prima parte del programma, le composizioni sarebbero state occasioni, per gli interpreti, di confrontarsi con segni musicali non convenzionali, con maggiore libertà rispetto alla tradizione. Mentre nella seconda parte della serata, dedicata all’improvvisazione, non vi sarebbe stato bisogno di segni da seguire. D’Errico ha invece delineato il progetto dell’etichetta Black Sleep Power Desco Music, per la quale è in uscita il disco con Dissonanzen ed Evan Parker registrato in occasione di un concerto del 2014. 
Proprio la prima parte del programma è stata un’occasione formativa ormai rara a Napoli. Le interpretazioni di Autotono (Sylvano Bussotti, 1977), Deragliamento (Francesco Pennisi, 1984) e Serenata per un satellite (Bruno Maderna, 1969) sono state ben accolte dal pubblico, fortemente coinvolto anche nella proiezione delle partiture grafiche. La Serenata di Maderna ha destato diversi commenti: dal “bello” al “è proprio la mia musica questa”. La seconda parte della serata è stata dedicata all’improvvisazione, divisa in due segmenti per l’irruzione dell’applauso del pubblico in un momento che doveva essere di silenzioso passaggio. Mentre Evan Parker si è concentrato su poche idee da riproporre nel corso di tutto il suo intervento, nella prima parte dell’improvvisazione hanno trovato rilievo flauti, violoncello e chitarra che si sono interfacciati con notevole sensibilità al solista ospite. 
Dopo l’interruzione, Parker ha invitato il flautista Rossi a un solo introduttivo da subito accompagnato dal violoncellista Vitali. Progressivamente si sono aggiunti tutti gli altri dimostrando più amalgama del precedente segmento. l tutto al chiaro di un cielo rosso con una grande luna gialla. 
E ancora una volta, più che la straordinarietà dell’ospite accolto dall’ensemble è emersa la capacità di Dissonanzen nel proporre la musica con elasticità, accogliendo diversi interpreti e avvicinando, inoltre, quel pubblico napoletano che ha poche occasioni di dire che “questa è proprio la mia musica”. (Ambra Benvenuto

In home e in alto: Foto di Pietro Previti, 2014

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