30 gennaio 2019

Fino al 2.II.2019 Juan Uslé, Pedramala Galleria Alfonso Artiaco, Napoli

 

di

Juan Uslé o dell’attualità delle due dimensioni, viene da dire. Può sembrare paradossale, eppure nell’epoca delle grandi installazioni ambientali e delle esperienze immersive, l’artista spagnolo ci restituisce il suo immaginario nella forma di una moltitudine di tele, senza per questo dare, nemmeno per un istante, la sensazione di essere fuori dal tempo. Superfici piane su cui si stagliano frequenze, geometrie modulari, pattern che suggeriscono paesaggi accennati, brusche interferenze, alternanze di rumore e silenzio. In fondo, come dimenticare che, oggi, la grandissima parte delle informazioni che riceviamo passa attraverso la superficie di uno schermo? E che ciò che vediamo in quello schermo è a sua volta interpretazione, interferenza, quando non riduzione di una qualsivoglia profondità alla piattezza delle due dimensioni? Le intermittenti campiture di Uslé, ora estese su grandi tele, ora di piccole dimensioni, mettono insieme i giochi semplici della trasparenza e della serialità. Ma così facendo rivelano anche l’ambiguità che gli schermi così efficacemente nascondono, quella che fa apparire ai nostri occhi come oggetto a nostra immagine e somiglianza qualcosa che è in realtà codice, sequenza numerica, informazione impalpabile. Insomma, restituiscono ai nostri sensi quel legittimo spaesamento di cui nella quotidianità siamo abilmente privati. D’altra parte, se questa è la società dell’immagine, Uslé ci rivela di cosa l’immagine sia fatta davvero, attraverso il mezzo più tradizionale con cui questo tema si è affrontato: il piano pittorico. 
null
Juan Uslé Pedramala veduta parziale della mostra Dicembre 2018 Galleria Alfonso Artiaco, Napoli Foto Luciano Romano, courtesy Galleria Alfonso Artiaco, Napoli
E tuttavia, per una strana versione del contrappasso, quei segni minimi che l’artista dissemina sulla tela finiscono per tradursi in forme vagamente familiari quanto evanescenti. E cadiamo nuovamente vittime di quell’illusionismo dal quale credevamo che l’artista ci avesse appena liberato. 
Quanto c’è di vero, allora, nell’esperienza dei sensi e quanto nell’interpretazione? Su cosa vale davvero la pena di soffermarsi o, quantomeno, quale può essere la strada indicata dalle tele di Uslé?
Sono domande aperte che restano tanto più inevase quanto più cerchiamo di stringerne possibili risposte in una direzione univoca. 
Piuttosto, sembra dirci l’autore, il senso è nell’abbandonarsi al disorientamento, al decentramento, ai sottili slittamenti di senso. È il suo stesso lavoro, d’altro canto, che ha origine da uno slittamento. Quello della pulsione che anima un moto fisiologico dal soggetto artista all’oggetto tela, dando vita alla registrazione di un flusso interiore che è, allo stesso tempo, organica e meccanica, passionale e seriale, imperfetta e virtuale, nel momento stesso in cui l’uomo agisce come macchina e un complesso di impulsi elettrici – neurali – prende corpo nell’uomo. E in questo succedersi di suggestioni opposte che si assemblano e si annullano, ritorna, a intermittenza, l’oscillazione tra riconoscimento e disorientamento.
Brunella Velardi
Mostra visitata il 24 gennaio 2018
dal 15 dicembre 2018 al 02 febbraio 2019
Juan Uslè – Pedramala
Galleria Alfonso Artiaco 
Piazzetta Nilo, 7 – 80134, Napoli 
Orari: dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 19
Info: info@alfonsoartiaco.com

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui