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La mostra “Michael Jackson: On the Wall” si aprirà nelle sedi tedesche e finlandesi nonostante il furore scatenato dal documentario dell’HBO Leaving Neverland, presentato in prima visione nel Regno Unito la scorsa notte. Nel film due uomini, Wade Robson e James Safechuck, sostengono che Jackson li abbia abusati sessualmente quando erano bambini.
La mostra, inaugurata alla National Portrait Gallery di Londra lo scorso giugno, passata al Grand Palais di Parigi, aprirà al Bundeskunsthalle di Bonn (22 marzo-14 luglio) e al museo d’arte moderna Espoo (Emma) nella Finlandia meridionale (21 agosto- 26 gennaio 2020).
Un portavoce della Bundeskunsthalle afferma che il museo “Sta seguendo da vicino l’attuale controversa discussione sul film. Le accuse sono scioccanti, ma il processo [di verifica delle affermazioni delle vittime] non è ancora completato ed è diventato molto più difficile visto che Michael Jackson è scomparso”
Pilvi Kalhama, direttrice di Emma, ricorda: “La mostra presenta opere di artisti internazionali che si sono ispirati a Michael Jackson, esaminando anche i lati ambivalenti del personaggio. Come museo, vogliamo essere trasparenti e disposti a discutere anche temi più scottanti della nostra società”. La real estate di Michael Jackson sta invece facendo causa alla HBO per 100 milioni di dollari a causa del documentario, affermando che i due uomini intervistati nel film sono “motivati finanziariamente”. Quel che sfugge è perché un museo debba, ancora, giustificarsi per il suo programma.
Fonte: The Art Newspaper