29 maggio 2019

Il crollo da record del Salvator Mundi

 

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La notizia non arriva inaspettata, diciamo che è più una conferma: il Salvator Mundi dei record non sarà esposto al Louvre, per la grande mostra che il museo parigino dedicherà al cinquecentenario della morta di Leonardo Da Vinci. Prevedibile per vari motivi, primo perché l’opera non è mai stata esposta pubblicamente nemmeno al Louvre di Abu Dhabi, istituzione che avrebbe dovuto ospitare il dipinto, almeno secondo quanto trapelato dopo l’acquisto per 450 milioni di dollari, avvenuto in occasione di un’asta di Christie’s New York nel 2017, da parte del principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman. E poi perché, a dirla tutta, l’attribuzione a Leonardo non aveva mai convinto proprio tutti. Infatti, più che dubbiosi sono stati anche i curatori del Louvre, che non credono che l’opera possa essere attribuita unicamente al genio vinciano. 
Fino ai primi anni 2000, si credeva che il Salvator Mundi fosse stato realizzato da Giovanni Boltraffio, artista che frequentò la bottega di Leonardo. Il dipinto fu acquistato da due commercianti d’arte americani nel 2005, per poco più di mille dollari e si trovava in uno stato pietoso. Dopo anni di restauro, gli esperti si convinsero che l’opera fosse davvero un Leonardo perduto e venne inclusa nella mostra blockbuster della National Gallery di Londra, nel 2011.
Alcuni tra i più importanti esperti di Leonardo, tra cui Martin Kemp, professore emerito di storia dell’arte a Oxford, insistono con la tesi dell’originalità dell’opera ma le voci di segno opposto sembrano trovare conferma proprio in questo strano sparimento. Tra marzo e aprile, infatti, voci provenienti dai corridoi del Louvre di Abu Dhabi fecero intendere che l’opera non sarebbe mai stata esposta nel museo e per il momento era conservata in una destinazione ignota. Manuel Rabaté, il direttore del Louvre di Abu Dhabi, aveva scaricato la responsabilità, specificando che il Salvator Mundi non appartiene al museo e la decisione di esporlo può essere presa solo dal Dipartimento della Cultura e del turismo di Abu Dhabi. 
Questa presa di posizione così netta, da parte dei curatori del Louvre di Parigi sembra dover mettere la parola fine alla querelle, con effetti disastrosi sulla quotazione dell’opera, che da 450 scenderebbe a circa 1.5 milioni di dollari. Un crollo da record. 
Fonte: Guardian

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