24 giugno 2019

Milano e Cortina ospiteranno le Olimpiadi invernali del 2026. Fu vera vittoria?

 

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Sarà l’Italia a ospitare le Olimpiadi invernali del 2026. Ad annunciarlo, Thomas Bach, ex schermidore medaglia d’oro e attualmente presidente del Comitato Olimpico Internazionale, allo SwissTech Convention Center di Losanna. La candidatura italiana di Milano-Cortina, con tanto di logo che riunisce la sagoma di una montagna con il profilo del Duomo, l’ha spuntata su quella svedese di Stoccolma-Are, per 47 voti a 34. 
La prima edizione del grande evento sportivo, pur con il nome di Settimana internazionale degli sport invernali, si svolse nel 1924, a Chamonix-Mont-Blanc, in Francia, mentre in Italia, nel 1956, si svolse la settima edizione, a Cortina, prima manifestazione olimpica tenutasi in una città italiana. In molti ricorderanno infine la ventesima edizione, nel 2006, a Torino, che si era ritirata dalla corsa a tre per il 2026. Aveva preferito defilarsi, infatti, il sindaco Chiara Appendino, che in una fase iniziale però aveva sostenuto la candidatura della città, andando anche contro i consiglieri del M5s, tradizionalmente No-Olimpiadi. 
Per l’Italia si tratta di una rivincita, dopo la doppia batosta di Roma ai giochi estivi del 2004 e del 2024. E, in effetti, come non vedere, in questa vittoria, l’ammissione di una sconfitta o, meglio, il riconoscimento di una Italia a due – ma anche a tre o quattro – velocità? Ovvio che per gli sport invernali ci sono anche necessità ambientali e, almeno in questo, la Penisola è divisa equamente per tutte e quattro le stagioni, dalle piste da sci ai lidi in spiaggia. Ma per rimanere in tema sportivo e ampliare le latitudini, si stanno attualmente dispuntando gli Europei di calcio Under 21, a Bologna, Cesena, Reggio Emilia, Trieste e Udine. E il resto dello Stivale? No, è evidente che in queste situazioni è più adatta una scarpa bassa, sperando che non diventi un sandalo. E non si possono prendere in considerazione le Universiadi che si svolgeranno a Napoli a luglio. Non solo per le proporzioni dell’evento in questione ma anche perché la città partenopea ha corso praticamente da sola, dopo i ritiri di Baku, Brasilia e Budapest. 
Comunque, ci saranno rimasti piuttosto male in Svezia, visto che la loro candidatura perde per la nona volta consecutiva il ballottaggio. Punto nel vivo, il ministro svedese della cooperazione si è complimentato ma non ha potuto fare a meno di aggiungere: «Vi abbiamo sconfitto ai mondiali nel calcio e voi in questa occasione qui, siamo 1-1». Touché. 
Pare che a pesare sia stato il sistema di trasporti da e per Are, con gli aerei spesso costretti a terra per le avverse condizioni meteo e il lunghissimo tratto ferroviario. L’Italia, invece, poteva contare su uno spumeggiante Giovanni Malagò, presidente del Coni, e sugli interventi di Luca Zaia, governatore del Veneto, Giuseppe Sala, sindaco di Milano, del premier Giuseppe Conte e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E poi, le parole emozionate ed emozionanti delle atlete olimpioniche Sofia Goggia, Michela Moioli, Arianna Fontana, Elisa Confortola
Adesso che siamo in pista toccherà sciare ma non solo. L’organizzazione di una Olimpiade invernale prevede un impegno titanico e in ambiti diversi, dalla logistica alla comunicazione e, quando si tratta di eventi di tali proporzioni, sette anni passano in un attimo. Ma oltre alla scommessa sull’essere pronti in tempo, sarà fondamentale pensare approfonditamente anche alla sostenibilità delle strutture che verranno realizzate, per evitare ulteriori cattedrali nel deserto.

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