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A caccia con Cosimo I. Armi medicee in villa
Curata dalla direttrice Marilena Tamassia e da Mario Scalini (Soprintendente di Siena) e allestita nelle suggestive sale della Villa su progetto di Maria Cristina Valenti, la mostra propone un percorso attraverso una ventina di opere provenienti da sette diversi musei e istituzioni
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si intitola “A caccia con Cosimo I. Armi medicee in villa” la mostra che si inaugura sabato 25
ottobre alle ore 16.30 alla Villa medicea di Cerreto Guidi, e che prosegue con ingresso gratuito fino
al 18 gennaio 2015. Curata dalla direttrice Marilena Tamassia e da Mario Scalini (Soprintendente
di Siena) e allestita nelle suggestive sale della Villa su progetto di Maria Cristina Valenti, la mostra
propone un percorso attraverso una ventina di opere provenienti da sette diversi musei e istituzioni ed
è arricchita dal catalogo edito da Sillabe.
Il leit motiv è costituito sia dalla caccia, sia dalla villa stessa di Cerreto Guidi, amata da Cosimo I, dalla
figlia Isabella e poi da tutti gli altri componenti della dinastia medicea. Infatti è importante ricordare le
ragioni della realizzazione della Villa, luogo ideale per le partenze delle cacce, e di vedere uno dei tipi di
arredo, quali gli arazzi, di cui un tempo la villa era sontuosamente ornata.
“Dagli strumenti della caccia all’iconografia d’essa – dice il Soprintendente per il Polo Museale
Fiorentino, Cristina Acidini -, illustrata nelle meticolose quanto vivaci stampe dello Stradano così come
celebrata nella sontuosa tecnica dell’arazzo i vari aspetti di quest’esercizio – utilitaristico e rituale a un tempo
– evocano un mondo di principii e di saperi dai quali ci separano, alla sola distanza cronologica di quattro
secoli e rotti, distanze culturali ed emotive siderali”.
“A ricordo delle frequentazioni di Cosimo I della villa di Cerreto Guidi a scopi venatori – aggiunge
Marilena Tamassia -, la mostra propone all'attenzione dei visitatori tante testimonianze della passione
medicea per la caccia. In particolare per la prima volta sarà possibile ammirare in tutti i dettagli lo splendido
l’archibugio probabilmente utilizzato da Francesco I e i due spiedi da cinghiale appartenuti a Paolo Giordano
Orsini, marito di Isabella, e figlia prediletta di Cosimo I”.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il percorso espositivo, infatti, inizia dall’arazzo che raffigura La caccia al cinghiale con l'archibugio,
appartenente alla serie dedicata alle Cacce, tessuta per la Villa medicea di Poggio a Caiano. Eccezionalmente
presente in Villa in questa occasione, l’arazzo raffigurato consente di ammirare un tipo di caccia spesso
praticata da Cosimo I nella vicina riserva del Barco Reale. Cosimo I ed i suoi successori infatti amavano
Cerreto Guidi perché “si facevano assai belle cacce”.
Accanto all’arazzo una serie di armi da caccia, per lo più cinquecentesche e strettamente connesse con
i Medici, provenienti dalle collezioni del Bargello, dello Stibbert e del museo comunale Bardini, oltre
che del Museo della Caccia stesso. La più rilevante di queste armi è l’archibugio mediceo, probabilmente
appartenuto a Francesco I, databile al 1560-70, un’arma di gran lusso e minutamente intarsiata con paesaggi
e scenette di caccia nonché, nel sottocanna, un gran numero di animali esotici. E’ ipotizzata la possibilità che
l’arma sia giunta a Firenze quale dono nuziale a Francesco I de’ Medici. La cosa appare tanto più probabile
per la presenza della storia di Abele e della sua famiglia da un lato e le storie di Adamo ed Eva dall’altro;
queste ultime partono con la creazione di Eva e da destra a sinistra si concludono con la cacciata dal Paradiso
Terrestre.
Di grande interesse per le vicende della Villa medicea di Cerreto Guidi sono anche due spiedi, armi
indispensabili nelle battute di caccia al cinghiale, appartenuti a Paolo Giordano Orsini, genero di Cosimo I in
quanto marito di Isabella de’ Medici, figlia prediletta di Cosimo, che proprio a Cerreto è deceduta.
Emozionante il dipinto di Frans Snijders che raffigura la Caccia al cinghiale, nel quale la furia e la ferocia
dell’animale di dimensioni enormi al centro della scena catturano immediatamente l'attenzione. Dopo aver
ferito gravemente due cani, che giacciono in primo piano, un terzo è immobile, anch'esso ferito, un quarto
si intravede schiacciato dall'enorme bestia, altri due lo attaccano, lo mordono, e un altro ancora li segue.
Partecipano all'azione anche due uomini, forse due cacciatori, intenti a difendersi dall'animale tentando di
colpirlo con le armi. Il dipinto sottolinea la pericolosità della caccia al cinghiale.
Ad arricchire il percorso alcune incisioni dello Stradano riguardanti la caccia al cinghiale e al lupo e due
rari libri cinquecenteschi sulla caccia. Chiudono l'esposizione due nature morte dipinte da Bartolomeo Bimbi
per la vicina Villa medicea dell’Ambrogiana, altra villa che era un punto di partenza per le battute di caccia, e
che hanno per soggetto la cacciagione.
ottobre alle ore 16.30 alla Villa medicea di Cerreto Guidi, e che prosegue con ingresso gratuito fino
al 18 gennaio 2015. Curata dalla direttrice Marilena Tamassia e da Mario Scalini (Soprintendente
di Siena) e allestita nelle suggestive sale della Villa su progetto di Maria Cristina Valenti, la mostra
propone un percorso attraverso una ventina di opere provenienti da sette diversi musei e istituzioni ed
è arricchita dal catalogo edito da Sillabe.
Il leit motiv è costituito sia dalla caccia, sia dalla villa stessa di Cerreto Guidi, amata da Cosimo I, dalla
figlia Isabella e poi da tutti gli altri componenti della dinastia medicea. Infatti è importante ricordare le
ragioni della realizzazione della Villa, luogo ideale per le partenze delle cacce, e di vedere uno dei tipi di
arredo, quali gli arazzi, di cui un tempo la villa era sontuosamente ornata.
“Dagli strumenti della caccia all’iconografia d’essa – dice il Soprintendente per il Polo Museale
Fiorentino, Cristina Acidini -, illustrata nelle meticolose quanto vivaci stampe dello Stradano così come
celebrata nella sontuosa tecnica dell’arazzo i vari aspetti di quest’esercizio – utilitaristico e rituale a un tempo
– evocano un mondo di principii e di saperi dai quali ci separano, alla sola distanza cronologica di quattro
secoli e rotti, distanze culturali ed emotive siderali”.
“A ricordo delle frequentazioni di Cosimo I della villa di Cerreto Guidi a scopi venatori – aggiunge
Marilena Tamassia -, la mostra propone all'attenzione dei visitatori tante testimonianze della passione
medicea per la caccia. In particolare per la prima volta sarà possibile ammirare in tutti i dettagli lo splendido
l’archibugio probabilmente utilizzato da Francesco I e i due spiedi da cinghiale appartenuti a Paolo Giordano
Orsini, marito di Isabella, e figlia prediletta di Cosimo I”.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il percorso espositivo, infatti, inizia dall’arazzo che raffigura La caccia al cinghiale con l'archibugio,
appartenente alla serie dedicata alle Cacce, tessuta per la Villa medicea di Poggio a Caiano. Eccezionalmente
presente in Villa in questa occasione, l’arazzo raffigurato consente di ammirare un tipo di caccia spesso
praticata da Cosimo I nella vicina riserva del Barco Reale. Cosimo I ed i suoi successori infatti amavano
Cerreto Guidi perché “si facevano assai belle cacce”.
Accanto all’arazzo una serie di armi da caccia, per lo più cinquecentesche e strettamente connesse con
i Medici, provenienti dalle collezioni del Bargello, dello Stibbert e del museo comunale Bardini, oltre
che del Museo della Caccia stesso. La più rilevante di queste armi è l’archibugio mediceo, probabilmente
appartenuto a Francesco I, databile al 1560-70, un’arma di gran lusso e minutamente intarsiata con paesaggi
e scenette di caccia nonché, nel sottocanna, un gran numero di animali esotici. E’ ipotizzata la possibilità che
l’arma sia giunta a Firenze quale dono nuziale a Francesco I de’ Medici. La cosa appare tanto più probabile
per la presenza della storia di Abele e della sua famiglia da un lato e le storie di Adamo ed Eva dall’altro;
queste ultime partono con la creazione di Eva e da destra a sinistra si concludono con la cacciata dal Paradiso
Terrestre.
Di grande interesse per le vicende della Villa medicea di Cerreto Guidi sono anche due spiedi, armi
indispensabili nelle battute di caccia al cinghiale, appartenuti a Paolo Giordano Orsini, genero di Cosimo I in
quanto marito di Isabella de’ Medici, figlia prediletta di Cosimo, che proprio a Cerreto è deceduta.
Emozionante il dipinto di Frans Snijders che raffigura la Caccia al cinghiale, nel quale la furia e la ferocia
dell’animale di dimensioni enormi al centro della scena catturano immediatamente l'attenzione. Dopo aver
ferito gravemente due cani, che giacciono in primo piano, un terzo è immobile, anch'esso ferito, un quarto
si intravede schiacciato dall'enorme bestia, altri due lo attaccano, lo mordono, e un altro ancora li segue.
Partecipano all'azione anche due uomini, forse due cacciatori, intenti a difendersi dall'animale tentando di
colpirlo con le armi. Il dipinto sottolinea la pericolosità della caccia al cinghiale.
Ad arricchire il percorso alcune incisioni dello Stradano riguardanti la caccia al cinghiale e al lupo e due
rari libri cinquecenteschi sulla caccia. Chiudono l'esposizione due nature morte dipinte da Bartolomeo Bimbi
per la vicina Villa medicea dell’Ambrogiana, altra villa che era un punto di partenza per le battute di caccia, e
che hanno per soggetto la cacciagione.
25
ottobre 2014
A caccia con Cosimo I. Armi medicee in villa
Dal 25 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015
Location
VILLA MEDICEA
Cerreto Guidi, Via Ponti Medicei, 12, (Firenze)
Cerreto Guidi, Via Ponti Medicei, 12, (Firenze)
Orario di apertura
da gennaio a marzo dalle ore 10:00 alle ore 18:00;
da aprile a settembre dalle ore 9:00 alle ore 18:00;
da ottobre a dicembre dalle ore 10:00 alle ore 18:00
SEMPRE domenica 10:00 alle 19:00
La Villa è chiusa per turno il secondo e terzo lunedì del mese.
Vernissage
25 Ottobre 2014, h 16.30
Editore
SILLABE
Curatore