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Giovanni Pagliarello – Opere recenti presenze
L’incontro con la pittura di Giovanni Pagliarello ci porta a dialogare con una visione formale degli ambienti, che, apparentemente, sembrano non figurativi ed evanescenti, ma invece sono caratteristiche reali del mondo artistico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria d’Arte Contemporanea Wikiarte
in Via San Felice 18 – Bologna
È lieta di invitarvi
sabato 15 novembre 2014
ore 18.00
All’ inaugurazione della mostra di
GIOVANNI PAGLIARELLO
L’incontro con la pittura di Giovanni Pagliarello ci porta a dialogare con una visione formale degli ambienti, che, apparentemente, sembrano non figurativi ed evanescenti, ma invece sono caratteristiche reali del mondo artistico. I colori, come in ogni arte fantastica, assumono il ruolo di esseri e cose. Le parole dell’atto creativo, accennati nei titoli delle opere, sono parte integrante dell’oggetto artistico. Si può parlare, dunque, di un evento estetico dove fare, dire e osservare si completano in un legame indispensabile. Ricordiamo, in tal senso, la felice osservazione di Thierry de Duve, esaminando il lavoro di uno dei più grandi visionari:
Picasso usa il titolo come un calligramma: cancellarlo modificherebbe tutto lo spazio plastico del quadro. Togliere il titolo del Nudo lascerebbe intatta la composizione. La sua presenza non è nell'enunciato pittorico, ma nell'atto di enunciazione, atto nominalista che aggiunge al soggetto dipinto un colore invisibile.
Non si tratta, certo, di una performance o happening, dove l’arte si compie con l’atto, che non sempre produce durature testimonianze oggettive. Se le performance di Pollock avevano come risultato i celebri dripping, gli spettacoli di Karpow svaniscono con i gesti nell’attimo della loro esecuzione. Nel caso di Pagliarello si osserva, invece, una inversione del processo, dove è la tela dipinta a supporre un sviluppo futuro, esteso oltre la superficie pittorica con il suo nominare dal titolo quale atto concettuale: un gesto inatteso, una metamorfosi, un’ apparizione. Perciò l’artista lavora stratificando i piani visivi e i materiali pittorici. Mette allo stesso livello tempo e spazio e li espande contemporaneamente. La saturazione di più strati nello stesso campo d’azione produce un dinamismo latente, che si manifesta gradualmente nel corso del dialogo/osservazione dell’opera. Materiale eterogeneo, stile inafferrabile ma titoli chiari, circostanziali, quasi descritti ci fanno pensare a una figurazione concettuale, non di tipo simbolista, bensì liberale. Pensiamo alla liberazione dallo schematismo dell’immaginazione, quale imponeva all’artista classico una figurazione verosimile e, di conseguenza, una bravura esecutiva. Si copriva, così, con un vello la visibilità dell’evento in cui una messa in opera si distingueva da una semplice cosa. La manualità antiumanistica rende visibile l’atto connaturato all’opera d’arte, conciliando forma e concetto. Riconoscibile e motivazionale convivono in presenze/assenze che non necessitano di un senso intrinseco, in quanto non più fine di se stessi. Non più di bello o di ben fatto si tratta, ma di un accadimento unico, esteticamente irripetibile. I lavori di Pagliarello si muovono in tale direzione esplorando l’illimitata natura dell’esistere artistico. Per tale viaggio occorre cambiare mezzi, strade, linguaggi e credenze e l’artista dimostra la sicurezza di chi di stili ne ha conosciuti e, con l’esperienza della ricerca continua, non teme né la loro contrarietà né la loro confusione. D’altronde è dal caos che nasce l’ordine…
testo critico a cura di Denitza Nedkova
in Via San Felice 18 – Bologna
È lieta di invitarvi
sabato 15 novembre 2014
ore 18.00
All’ inaugurazione della mostra di
GIOVANNI PAGLIARELLO
L’incontro con la pittura di Giovanni Pagliarello ci porta a dialogare con una visione formale degli ambienti, che, apparentemente, sembrano non figurativi ed evanescenti, ma invece sono caratteristiche reali del mondo artistico. I colori, come in ogni arte fantastica, assumono il ruolo di esseri e cose. Le parole dell’atto creativo, accennati nei titoli delle opere, sono parte integrante dell’oggetto artistico. Si può parlare, dunque, di un evento estetico dove fare, dire e osservare si completano in un legame indispensabile. Ricordiamo, in tal senso, la felice osservazione di Thierry de Duve, esaminando il lavoro di uno dei più grandi visionari:
Picasso usa il titolo come un calligramma: cancellarlo modificherebbe tutto lo spazio plastico del quadro. Togliere il titolo del Nudo lascerebbe intatta la composizione. La sua presenza non è nell'enunciato pittorico, ma nell'atto di enunciazione, atto nominalista che aggiunge al soggetto dipinto un colore invisibile.
Non si tratta, certo, di una performance o happening, dove l’arte si compie con l’atto, che non sempre produce durature testimonianze oggettive. Se le performance di Pollock avevano come risultato i celebri dripping, gli spettacoli di Karpow svaniscono con i gesti nell’attimo della loro esecuzione. Nel caso di Pagliarello si osserva, invece, una inversione del processo, dove è la tela dipinta a supporre un sviluppo futuro, esteso oltre la superficie pittorica con il suo nominare dal titolo quale atto concettuale: un gesto inatteso, una metamorfosi, un’ apparizione. Perciò l’artista lavora stratificando i piani visivi e i materiali pittorici. Mette allo stesso livello tempo e spazio e li espande contemporaneamente. La saturazione di più strati nello stesso campo d’azione produce un dinamismo latente, che si manifesta gradualmente nel corso del dialogo/osservazione dell’opera. Materiale eterogeneo, stile inafferrabile ma titoli chiari, circostanziali, quasi descritti ci fanno pensare a una figurazione concettuale, non di tipo simbolista, bensì liberale. Pensiamo alla liberazione dallo schematismo dell’immaginazione, quale imponeva all’artista classico una figurazione verosimile e, di conseguenza, una bravura esecutiva. Si copriva, così, con un vello la visibilità dell’evento in cui una messa in opera si distingueva da una semplice cosa. La manualità antiumanistica rende visibile l’atto connaturato all’opera d’arte, conciliando forma e concetto. Riconoscibile e motivazionale convivono in presenze/assenze che non necessitano di un senso intrinseco, in quanto non più fine di se stessi. Non più di bello o di ben fatto si tratta, ma di un accadimento unico, esteticamente irripetibile. I lavori di Pagliarello si muovono in tale direzione esplorando l’illimitata natura dell’esistere artistico. Per tale viaggio occorre cambiare mezzi, strade, linguaggi e credenze e l’artista dimostra la sicurezza di chi di stili ne ha conosciuti e, con l’esperienza della ricerca continua, non teme né la loro contrarietà né la loro confusione. D’altronde è dal caos che nasce l’ordine…
testo critico a cura di Denitza Nedkova
15
novembre 2014
Giovanni Pagliarello – Opere recenti presenze
Dal 15 al 27 novembre 2014
arte moderna e contemporanea
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA WIKIARTE
Bologna, Via San Felice, 18, (Bologna)
Bologna, Via San Felice, 18, (Bologna)
Orario di apertura
dal mercoledì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 con orario continuato, martedì e domenica dalle 15.00 alle 19.00,
lunedì chiuso
Vernissage
15 Novembre 2014, ore 18
Autore
Curatore