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Quasi 120 anni fa nasceva a Springfield, in Ohio, Berenice Abbott, una delle maggiori protagoniste della storia della fotografia del Novecento. A New York, dove si era trasferita giovanissima per studiare scultura, strinse una forte amicizia con Man Ray, che seguì fino a Parigi, diventando sua assistente dal 1923 al 1926. Fu proprio in questi anni che incontrò personaggi del calibro di James Joyce, Jean Cocteau e Max Ernst, ma fu il fotografo Eugéne Atget, che in quegli anni documentava i cambiamenti della città da un punto di vista sociale e urbanistico, a influenzare maggiormente i suoi lavori. Negli anni trenta, subito dopo la grande depressione, la Abbott tornò a New York e, ispirata dai lavori del collega francese, iniziò a guardare la Grande Mela con occhi diversi. Le fotografie di questi anni sono paesaggi urbani fatti di luci e ombre, dove è impossibile non percepire le trasformazioni urbane, come la costruzione dei grattacieli, che in poco tempo ridefinirono l’identità della città. Oltre ai ritratti, ecco una New York in bianco e nero negli scatti della serie Changing New York, una delle raccolte più celebri della storia della fotografia, che fu pubblicata per la prima volta nel 1939.