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Attualmente è in mostra a Milano, con la sua recente produzione, da Effearte. E visto che su Exibart, sia online che onpaper, non manchiamo di raccontarvi delle giovani promesse dell’arte, anche qui non ci sottraiamo alla scommessa di Beatrice Scaccia.
Da anni residente a New York, la sua personale milanese Little Gloating Eve è tappa di un progetto iniziato a febbraio scorso proprio nella Grande Mela, con i due mesi trascorsi a Residency Unlimited e continuato con un’altra residenza all’Artists Alliance, e anche la partnership con una scuola italiana dove 96 bambini hanno prestato la loro immaginazione per Eve, il personaggio messo in scena da Scaccia, un avatar di cui si aspettano le azioni e che è fondamentalmente alter ego di sé stessa.
«Di sicuro Bea è Eve di se stessa, la prima donna del suo mondo interiore, nata dalla costola della sua matita per vivere gli incubi che non riuscirebbe a superare. Non si pensi, però, ad un esercizio di tautologia perché Eve è l’immagine di tutti noi, il rimorso di non essere più bambini e di aver lacerato l’innocenza con la vita e con le lacrime dei nostri dolori e delle nostre delusioni.
Eve è il rimpianto di quel che abbiamo perduto perché il mondo ce lo ha strappato; è il vuoto da riempire con la forza dell’arte», ha spiegato Marco Bussagli, Storico dell’Arte docente dell’Accademia di Belle Arti di Roma. E così Eve vive in opere su tavola, animazioni e ceramiche realizzate in una coproduzione con l’artista giapponese Toshiaki Noda, e poi disegni, schizzi preparatori e persino una colonna sonora preparata dal musicista francese Lionel Laquerrière. Insomma, Eve un fenomeno quasi globale, o quantomeno un personaggio in cerca di più d’un autore che possa darle una mano a vivere. Ma per questo, a Milano, è arrivato anche Larry Gagosian, che ha comprato una Eve. E se ci si mette di mezzo lui…terremo gli occhi puntati.