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Tre giorni di arte, architettura, iniziative legati alla tecnologia e legate a musei e istituzioni palermitane. La città “grande porto” sembra così rinascere un poco dopo le avventure conclusesi bruscamente di Riso, o dei rinnovati Cantieri alla Zisa.
Tra gli organizzatori del week end, che parte stasera proprio da Palazzo Riso, c’è anche il Movimento di Resilienza italiana che, secondo le parole di Ilaria Bignotti, «intende SmART City Palermo quale processo per reinterpretare la città come un luogo ideale per rimettere in campo una discussione sulla scultura italiana contemporanea in relazione ai territori, ai materiali locali, al ruolo dello spazio e dell’opera d’arte con il contesto sociale».
Venerdì invece sarà la volta dell’inaugurazione della mostra “Reti di Resilienza Smart Riso”: in scena una selezione di lavori che intessono una trama, una fitta rete di dialogo tra opera e opera, tra arte e pubblico in un coinvolgimento reciproco e attivo. I nomi? Uno zoccolo duro di scultori giovani, alcuni decisamente affermati, tra cui Francesco Arecco, Alberto Gianfreda, Marco La Rosa Francesca Pasquali, Laura Renna, Daniele Salvalai, in dialogo con i lavori di barbara/gurrieri/group, Sebastiano Mortellaro, Francesco Fontana, Concetta Modica, Ignazio Mortellaro, Carmelo Nicotra, Studio ++, Desideria, Burgio per l’Archivio S.A.C.S., Gandolfo David, Antonio De Luca, Sergio Tumminello e gli scatti a documentare l’evento di Andrea Repetto. Un esperimento bello e buono insomma, con Palermo usato come tabula per mettere in scena quella “resistenza” che in altri luoghi non sarebbe possibile. Complice un substrato di difficoltà, e grande fascino.