23 maggio 2015

Metro di Napoli: si apre la nuova stazione “Municipio”. Siza Viera e Souto de Moura con Michal Rovner per l’ultima tappa dell’arte sotterranea

 

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I treni inizieranno a circolare il prossimo 2 giugno, con tempi di attesa minori rispetto ai classici dieci minuti, ma la festa si fa oggi. Ecco l’ultima stazione della metro dell’arte che inaugura a Napoli, parte del lunghissimo progetto nato nel 1976, che si arricchisce della stazione Municipio, progettata dagli architetti portoghesi Àlvaro Siza Viera ed Edoardo Souto de Moura, e al cui interno ha trovato spazio Passaggi, l’opera video-affresco permanente dell’artista israeliana Michal Rovner. Il muro su cui l’artista ha effettuato il suo intervento è lungo 37 metri e alto 5 (un particolare nella foto di home page), e nella concezione poetica dell’opera c’è un omaggio alle grandi civiltà sedimentate nella grande area, completamente rimessa a nuovo. Un video che narra dello scorrere del tempo, con il movimento delle figure nell’opera, ideale sintonia con il flusso di persone che attraverseranno la stazione e la piazza, con una ritrovata Fontana del Nettuno, opera del 1602. 
«Il Metrò di Napoli è un’opera di valenza nazionale ed è il frutto di una collaborazione molto significativa con il governo. L’Amministrazione comunale ha fortemente creduto in questa opera e si è impegnata per riuscire ad ottenere i finanziamenti per il completamento fino a Capodichino», ha ricordato il sindaco Luigi De Magistris, che ha anche rimarcato un’accelerazione dei tempi di apertura delle future stazioni (questa è la 17esima).
E speriamo anche di una minore emorragia in denaro. Come hanno ricordato con dovizia di particolari le cronache locali, il percorso della linea 1 della metropolitana di Napoli è lungo poco più di 20 chilometri ma sono serviti qualcosa come 34 anni di lavori per fare i primi 13, con un costo (in vecchie lire) di un miliardo e mezzo a chilometro. Faraonica, in questo. E speriamo nel prossimo futuro anche in tutto il resto.

1 commento

  1. Invece di fare l’ EXPO in quella citta’ di ladri corrotti, tangentari e magnaccia, si poteva farlo a Napoli, citta’ che dal punto di vista artistico, culinario, architettonico non e’ seconda a nessun’ altra citta’ al mondo. Ma noi siamo drogati di settentrionalismo anni sessanta, cosa che solo in uno stato del terzo mondo puo’ ancora essere concepita.
    Peace

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