06 febbraio 2016

Quel gran pasticcio di Knoedler & Company, tra storia secolare, anni di commercio di falsi e tribunali

 

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Negli Stati Uniti sta tenendo banco in questi giorni, tra le cronache dell’arte, il caso della Knoedler & Company, storica galleria newyorkese attiva da oltre un secolo in città, che negli ultimi 18 anni sarebbe sopravvissuta grazie alla vendita di falsi attribuiti a pittori astratti come  Jackson Pollock e Willem de Kooning.
A portare la casa in tribunale è stato l’esperto Roger Siefert, che ha testimoniato a nome di Domenico e Eleanore De Sole, collezionisti che hanno pagato alla Knoedler 8,3 milioni di dollari nel 2004 per un finto Rothko. Ma la colpa a monte, sapete di chi è? Di Glafira Rosales, la commerciante di Long Island già salita alle cronache nelle passate stagioni per aver ingannato Knoedler e parecchi altri, guadagnando circa 26 milioni e ancora non condannata.
Ma tra commissioni, divisioni di utili, scambi, in tutti questi anni sono diverse le persone coinvolte in questo strano scandalo e una sola è la verità: che quando non giravano falsi (nel periodo dal 2009 al 2011, per esempio) la galleria era in deficit. 
L’ultima news, poi, è che nell’udienza di ieri anche James Martin, restauratore, ha testimoniato contro Rosales e quindi contro Knoedler: l’uomo avrebbe esaminato 16 opere vendute dalla galleria e spacciate per produzioni di artisti degli anni tra il 1949 e il 1959, e ha trovato più di una traccia della loro “falsità”. Per esempio? Magari qualche pigmento prodotto negli anni ’70. Per ora, insomma, chi ci ha rimesso davvero? 

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