29 agosto 2016

Ai Weiwei, nuove polemiche. Stavolta l’artista è rifiutato dalla Biennale cinese di Yinchuan, mentre si attende di vederlo “libero” a Firenze

 

di

Mentre si attende la mostra fiorentina che aprirà il prossimo 23 settembre, intitolata “Ai Weiwei. Libero”, a Palazzo Strozzi, l’artista “dissidente” cinese è stato rifiuatato nel suo Paese, e più precisamente dalla Biennale di Yinchuan.
Tra due settimane è prevista l’apertura della kermesse, nella sede del Yinchuan MoCA, museo privato aperto lo scorso anno nella capitale della regione occidentale cinese, caratterizzata dal forte islamismo.
La rassegna, a cura di Bose Krishnamachari, comprende 73 artisti tra cui Anish Kapoor, Song Dong, e Yoko Ono.
Ma che è successo? Che Weiwei sarebbe stato rifiutato per motivi di ordine politico, eliminato non dal direttore quanto dal Consiglio stesso del museo, in barba alle mostre che – negli ultimi mesi – la Cina gli ha dedicato senza intoppi, da quando l’artista ha riavuto il suo passaporto. 
“La mia esclusione dimostra che ciò che abbiamo di fronte è un mondo diviso e segregato dall’ideologia, e l’arte è usata solo come decorazione per le agende politiche in certe società. La Cina sta cercando di sviluppare una società moderna ma senza libertà di parola, senza argomenti politici: l’arte è servita come un fantoccio denso di falsi sforzi culturali. Per questo sono felice di non essere parte di questo sforzo come decorazione politica”, ha scritto Ai Weiwei attraverso i suoi social network. In tutti i modi, che piaccia o no, non mancheranno altre occasioni, è proprio il caso di dirlo. 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui