27 ottobre 2016

Arriva “Scalo Arte”: a pochi chilometri da Milano un distretto dedicato a design, moda, cibo e arte, of course. Fermata? Locate di Triulzi

 

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Una grande città dello stile che unisce grandi marchi e progetti culturali contemporanei ed innovativi. Emerge in particolar modo Scalo Arte, una vetrina sulla creatività contemporanea: un importante progetto che porta il visitatore a stretto contatto con l’arte 
Tutto questo si esprime in un ampio spazio attraverso vari moduli di comunicazione, creando uno stretto legame col pubblico e con gli spazi commerciali circostanti: siamo a Scalo Milano, spazio che ha aperto oggi a Locate Triulzi, a pochi minuti di treno dal centro della città.
Un primo passo verso l’arte lo si fa all’ingresso, dove si viene accolti dai graffiti di quella che è stata ribattezzata la Street art District a firma del writer MR. Wany in collaborazione con altri tre artisti internazionali, il milanese Luca Barcellona, SatOne di origini venezuelane e Zedz dall’Olanda. Il progetto richiama i tre elementi principali del grande centro, ovvero Design, Moda e Cibo.  Una grande idea che riporta il writer italiano nella città in cui oramai è di casa, dopo aver seguito il progetto del sottopasso della stazione di Locate di Triulzi. 
Proseguendo alla scoperta dello scalo, si apprende che l’opera che forse invade maggiormente lo spazio è quella del fotografo Settimio Benedusi; classe 1962, ha intitolato il progetto per Scalo Arte Il Lavoro è Sacro. Su un unico telo lungo quasi 63 metri per 4 (foto sopra), ha trasferito le foto di numerosi addetti ai lavori che hanno contribuito alla realizzazione della grande area milanese.
Non si parla della quotidiana narrazione fotografica dei lavori in corso; vediamo effettivamente la rappresentazione reale di chi ha contribuito, seppur diversamente, al compimento di questo grande distretto. 
L’arte emerge nuovamente grazie a Scalo Art Pavillions, una sezione divisa in due ambienti, curata da Bruna Roccasalva che ospita due esposizioni site specific con rotazione semestrale, portando in scena opere di artisti contemporanei italiani conosciuti anche a livello internazionale.
Il primo spazio accoglie il visitatore con un saluto: Greetings (in home page): così Alice Ronchi ci invita a scoprire questi nuovi spazi contemporanei e in particolar modo il suo concetto. Una persona, dietro le vetrate del padiglione, pulisce i vetri muovendosi sinuosamente trasformando questa lenta danza in un gesto di saluto, creando un legame con le forme leggere e delicate che invadono l’ambiente.
Santo Tolone, invece, col suo progetto intitolato La vie aquatique trasforma lo spazio che gli è stato concesso in una vetrina, dove i manichini sono assenti e il visitatore si trova ad osservare dall’esterno, come davanti a un acquario, un connubio di opere plastiche e misteriose che si mostrano parzialmente mediante giochi e meccanismi. Colori e forme emergono attraverso dipinti, fotografie, sculture e installazioni al fianco di lunghe tende che scorrono come delle quinte teatrali modificando la percezione dello spazio. 
Quello di Scalo Arte è insomma un bel progetto che tenterà di creare al di fuori del centro di Milano un nuovo punto di incontro per l’arte contemporanea, unendo semplicemente il distretto commerciale a quello culturale. Buon lavoro! (Giulia Capodiferro)

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