18 settembre 2017

Una scultura fatta di due stagioni. Alla Statale di Milano, presentato il progetto di Paolo Icaro

 

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Un monumento composto dall’alternanza dei colori e dei venti, dai cicli della semina e del raccolto. È questa la scultura che Paolo Icaro ha presentato oggi, in occasione della terza edizione di La Statale Arte, in collaborazione con la galleria Lorenzelli. Un prato in quattro tempi, a cura di Donatella Volontè, è un work in progress lungo due stagioni, un atto corale di memoria e misurazione, che l’artista ha progettato per il campo del Cortile della Ca’ Granda, sede dell’Ateneo milanese, e che prevede il coinvolgimento degli studenti. 
Nel suo lungo percorso, ufficialmente iniziato nel 1968 alla Galleria La Bertesca di Genova, Icaro ha sempre messo in discussione il metodo della scultura, insistendo sulla processualità insita nel fare arte, nell’azione ripetuta sui materiali più diversi, dalla pietra alla musica, un riferimento costante nella sua ricerca e citata anche nei quattro tempi di questa ultima opera. Così, la materia sarà la dimensione percettiva della terra, osservata nei suoi ritmi di crescita e lavoro, dal dissodamento alla rastrellatura, dalla semina ai tagli, con tutti gli imprevisti e gli eventi dovuti al passaggio del tempo. Solo al termine di questo ciclo, potrà depositarsi un segno, una geometria, una spirale quadra, una forma continua, di tradizione classica e mediterranea, che diventa misura di uno spazio concreto.

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