Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Quante cose si possono trovare, oltre la superficie della pittura, quante storie, piccoli drammi ed espressioni di meraviglia, quella generale sospensione del dubbio che si insinua nell’osservatore e gli fa credere di essere partecipe, empaticamente vicino al soggetto ritratto. Cosa osservano i volti di Luc Tuymans? Cosa ci raccontano quelle albeggianti scenografie?
La lunga ricerca dell’artista nato nel 1958 a Mortsel, non distante da Anversa, sarà al centro della prossima mostra a Palazzo Grassi, a cura di Caroline Bourgeois e in apertura il 24 marzo 2019. Il titolo è “La pelle”, dal durissimo libro di Curzio Malaparte pubblicato nel 1949 e ambientato nella Napoli occupata – o liberata – dagli Alleati. Più di 80 saranno le opere presentate, realizzate dal 1986 a oggi, per tracciare un percorso esaustivo sulla sua produzione pittorica. Considerato uno degli artisti più influenti nel panorama internazionale, Tuymans si è dedicato alla pittura fin dalla metà degli anni ’80 e ha contribuito a rinnovare il medium nell’arte contemporanea. Le sue opere trattano questioni di storia passata e recente ma anche soggetti quotidiani, attraverso un repertorio di immagini proveniente dalla sfera personale e pubblica. Ogni cosa è illuminata da una luce rarefatta, inquieta, per ottenere una «falsificazione autentica» della realtà, come descritto dall’artista stesso.
Sempre il 24 marzo, a Punta della Dogana, aprirà anche “Luogo e Segni”, a cura di Martin Bethenod, direttore di Palazzo Grassi-Punta della Dogana, e Mouna Mekouar, curatrice indipendente Punta della Dogana. La mostra prende il nome da un’opera di Carol Rama e riunisce artisti come Berenice Abbott, Trisha Donnelly, R. H. Quaytman, Wu Tsang, Louise Lawler, Agnes Martin, Julie Mehretu, Anri Sala e Šejla Kamerić, Tatiana Trouvé, alcuni presentati per la prima volta nell’ambito delle mostre della Pinault Collection a Venezia. Le loro opere dialogheranno con alcuni dei lavori che hanno fatto la storia delle esposizioni a Punta della Dogana, lungo i dieci anni dalla sua apertura, nel 2009.
Come da tradizione, l’esposizione sarà accompagnata da un ampio programma di eventi, performance e incontri aperti al pubblico che avranno luogo a Punta della Dogana e al Teatrino di Palazzo Grassi.
In home: Punta della Dogana © Palazzo Grassi, ph: ORCH orsenigo_chemollo
In alto: Ritratto di Luc Tuymans © Alex Salinas