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Asta di maggio
Dipinti XIX sec. // Antiquariato
Comunicato stampa
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La casa d'aste Art di Guido Wannenes, a Genova dal marzo 2001 e con un ufficio anche a Roma, conferma la sua leadership nel campo degli avori antichi, con vendite che hanno superato i 500.000 euro l’anno scorso e raggiunto la cifra strabiliante di 350 mila euro solo nella prima asta del 2006, e anticipa alcuni oggetti preziosi dal catalogo della prossima asta, che si terrà il 30 e il 31 maggio nella nuova sede, al piano nobile di Palazzo Casareto De Mari, meglio conosciuto come Palazzo del Melograno, in piazza Campetto 2, una residenza nobiliare tardo cinquecentesca che faceva parte del prestigioso elenco dei Rolli della Repubblica di Genova, destinati ad alloggiare gli ospiti più importanti, dai re ai papi agli ambasciatori.
Nelle stanze al quarto piano, interamente affrescate da Domenico Piola nel XVII secolo, saranno battuti come sempre molti preziosi avori, ormai un marchio distintivo della casa d’aste, fra cui si segnala:
Un grande piatto ovale in avorio scolpito realizzato in Francia nel XIX secolo che raffigura un baccanale dove si riconoscono fauni e ninfe che danzano al suono dei flauti incorniciati da volute stilizzate. Al centro, Bacco in trionfo assiso sul trono con ai suoi piedi amore circondato da un banchetto festoso di uomini e donne.
Cm 67x54, stima: 20.000-25.000 euro.
Fra i mobili spiccano:
Una straordinaria vetrina in legno scolpito e intagliato, dorato e laccato, realizzata a Roma nella prima metà del XVIII secolo con fronte tripartito, anta centrale sporgente e tre cassettini sulla fascia. Decorata a volute fogliacee e mascheroni zoomorfi, è arricchita all’interno da tre pannelli di specchio inciso con figure mitologiche sormontate da baldacchino con nodo d’amore e ha una base a console con sei gambe rastremate verso l’alto con terminali a volute e cascate floreali e piedi a balaustra. Quotazione: 150.000-180.000 euro.
Poi un cassettone francese del XVIII secolo in bois de rose, palissandro e altre essenze, stampigliato dal famoso ebanista Pierre Roussel, che lavorava anche per la contessa di Provenza. Valutato 35.000-45.000 euro, il mobile ha il piano sagomato in broccatello di Spagna, il fronte bombato e due cassetti a specchio che raffigurano festoni di foglie con fiori.
E un intero salotto in ebano scolpito e intagliato della Genova del XIX secolo composto da un divano con schienale imbottito, con gli stemmi delle famiglie nobiliari Durazzo e Adorno, e due poltrone anch’esse imbottite e con stemma, base d’asta 25.000-35.000 euro.
La collezione di argenti comprende:
Uno scaldino in argento napoletano del XVIII secolo punzonato Giuseppe Palmentiero e stimato 20.000 euro che poggia su piedini a voluta con corpo polilobato cesellato e coperchio parzialmente traforato con monogramma al centro. Il manico è in legno tornito sorretto da sostegni in argento e ha un piccolo attizzatoio per le braci. Alto cm 19, largo 23 e profondo 14, pesa 1027 grammi.
Un’acquasantiera in argento del Seicento napoletano stimata 14.000-16.000 euro con impianto sagomato e cesellato riccamente a volute e riccioli. Al centro c’è un’immagine della Vergine Maria a tutto tondo con ai lati due figure femminili; il contenitore dell’acqua benedetta è sorretto da un’aquila, la cimasa è decorata da testine con putti alati.
Fra i dipinti dell’Ottocento, un centinaio con un nucleo di venti molto preziosi, tornano le vedute di scuola napoletana, fra cui si segnalano:
Un “Paesaggio costiero” di Francesco Lord Mancini (Napoli 1830-1905), olio su tela di cm 53x106 stimato da 16.000 a 20.000 euro e datato 1879 che dimostra le singolari doti di colorista e disegnatore dell’autore, il quale rappresenta la luce e l’atmosfera dell’estate sulla costiera campana e dettaglia la strada pietrosa animata da figurette e la polvere alzata dalla carrozza che la percorre.
Poi un olio di Attilio Pratella stimato fra i 5.000 e i 7.000 euro, “Via Foria Napoli” a tecnica mista su cartoncino di cm 35x50, una “Ragazza seduta” di Vincenzo Irolli e una tela dell’epigono della Scuola di Posillipo Giuseppe Casciaro (1861-1945) stimata 3.000 euro.
Inoltre, una suggestiva “Maternità” di Gaetano Previati (Ferrara 1852-Lavagna, Genova 1920), cm 35x77, carboncino su carta lumeggiato a biacca e gessetto, che è una replica con poche varianti rispetto alla tela definitiva esposta alla prima Triennale di Brera nel 1891 e considerata l’opera in cui la tecnica divisionista viene applicata alla poetica simbolista rivelando con eccezionale intensità emotiva il connubio religioso e spirituale presente nella pittura dell’autore. Stima: 25.000-28.000 euro.
E infine il quadro riprodotto sulla copertina del catalogo, “Il porto di Genova” di Clemente Crova di Vaglio (Torino 1850-1921), un grande e arioso olio su tela di cm. 135x202 datato 1880 e stimato 20.000-25.000 euro che dettaglia in maniera precia ed efficace sia la parte paesaggistica e vedutistica con la Lanterna e San Benigno sullo sfondo sia la vitalità del porto con le navi e le strutture, fonte di ricchezza per la città e ribalta internazionale grazie alla movimentazione del traffico di merci e passeggeri.
Nelle stanze al quarto piano, interamente affrescate da Domenico Piola nel XVII secolo, saranno battuti come sempre molti preziosi avori, ormai un marchio distintivo della casa d’aste, fra cui si segnala:
Un grande piatto ovale in avorio scolpito realizzato in Francia nel XIX secolo che raffigura un baccanale dove si riconoscono fauni e ninfe che danzano al suono dei flauti incorniciati da volute stilizzate. Al centro, Bacco in trionfo assiso sul trono con ai suoi piedi amore circondato da un banchetto festoso di uomini e donne.
Cm 67x54, stima: 20.000-25.000 euro.
Fra i mobili spiccano:
Una straordinaria vetrina in legno scolpito e intagliato, dorato e laccato, realizzata a Roma nella prima metà del XVIII secolo con fronte tripartito, anta centrale sporgente e tre cassettini sulla fascia. Decorata a volute fogliacee e mascheroni zoomorfi, è arricchita all’interno da tre pannelli di specchio inciso con figure mitologiche sormontate da baldacchino con nodo d’amore e ha una base a console con sei gambe rastremate verso l’alto con terminali a volute e cascate floreali e piedi a balaustra. Quotazione: 150.000-180.000 euro.
Poi un cassettone francese del XVIII secolo in bois de rose, palissandro e altre essenze, stampigliato dal famoso ebanista Pierre Roussel, che lavorava anche per la contessa di Provenza. Valutato 35.000-45.000 euro, il mobile ha il piano sagomato in broccatello di Spagna, il fronte bombato e due cassetti a specchio che raffigurano festoni di foglie con fiori.
E un intero salotto in ebano scolpito e intagliato della Genova del XIX secolo composto da un divano con schienale imbottito, con gli stemmi delle famiglie nobiliari Durazzo e Adorno, e due poltrone anch’esse imbottite e con stemma, base d’asta 25.000-35.000 euro.
La collezione di argenti comprende:
Uno scaldino in argento napoletano del XVIII secolo punzonato Giuseppe Palmentiero e stimato 20.000 euro che poggia su piedini a voluta con corpo polilobato cesellato e coperchio parzialmente traforato con monogramma al centro. Il manico è in legno tornito sorretto da sostegni in argento e ha un piccolo attizzatoio per le braci. Alto cm 19, largo 23 e profondo 14, pesa 1027 grammi.
Un’acquasantiera in argento del Seicento napoletano stimata 14.000-16.000 euro con impianto sagomato e cesellato riccamente a volute e riccioli. Al centro c’è un’immagine della Vergine Maria a tutto tondo con ai lati due figure femminili; il contenitore dell’acqua benedetta è sorretto da un’aquila, la cimasa è decorata da testine con putti alati.
Fra i dipinti dell’Ottocento, un centinaio con un nucleo di venti molto preziosi, tornano le vedute di scuola napoletana, fra cui si segnalano:
Un “Paesaggio costiero” di Francesco Lord Mancini (Napoli 1830-1905), olio su tela di cm 53x106 stimato da 16.000 a 20.000 euro e datato 1879 che dimostra le singolari doti di colorista e disegnatore dell’autore, il quale rappresenta la luce e l’atmosfera dell’estate sulla costiera campana e dettaglia la strada pietrosa animata da figurette e la polvere alzata dalla carrozza che la percorre.
Poi un olio di Attilio Pratella stimato fra i 5.000 e i 7.000 euro, “Via Foria Napoli” a tecnica mista su cartoncino di cm 35x50, una “Ragazza seduta” di Vincenzo Irolli e una tela dell’epigono della Scuola di Posillipo Giuseppe Casciaro (1861-1945) stimata 3.000 euro.
Inoltre, una suggestiva “Maternità” di Gaetano Previati (Ferrara 1852-Lavagna, Genova 1920), cm 35x77, carboncino su carta lumeggiato a biacca e gessetto, che è una replica con poche varianti rispetto alla tela definitiva esposta alla prima Triennale di Brera nel 1891 e considerata l’opera in cui la tecnica divisionista viene applicata alla poetica simbolista rivelando con eccezionale intensità emotiva il connubio religioso e spirituale presente nella pittura dell’autore. Stima: 25.000-28.000 euro.
E infine il quadro riprodotto sulla copertina del catalogo, “Il porto di Genova” di Clemente Crova di Vaglio (Torino 1850-1921), un grande e arioso olio su tela di cm. 135x202 datato 1880 e stimato 20.000-25.000 euro che dettaglia in maniera precia ed efficace sia la parte paesaggistica e vedutistica con la Lanterna e San Benigno sullo sfondo sia la vitalità del porto con le navi e le strutture, fonte di ricchezza per la città e ribalta internazionale grazie alla movimentazione del traffico di merci e passeggeri.
30
maggio 2006
Asta di maggio
Dal 30 al 31 maggio 2006
arte moderna
arti decorative e industriali
asta
arti decorative e industriali
asta
Location
CASA D’ASTE WANNENES ART – PALAZZO DEL MELOGRANO
Genova, Piazza Campetto, 2, (Genova)
Genova, Piazza Campetto, 2, (Genova)
Ufficio stampa
O.P.I.